Nastro di Moebius - Collezione Abisso

Nel 1961, Escher crea una xilografia che raffigura nove formiche che camminano su un nastro infinito. A prima vista, le formiche sembrano camminare su due lati distinti, ma in realtà ogni formica percorre contemporaneamente entrambi i lati del nastro.

Questo è possibile perché un capo del nastro, prima di essere unito all'altro per formare l'anello, viene ruotato di 180 gradi. Questa torsione collega il lato esterno con quello interno.

La pista disegnata da Escher è un famoso oggetto matematico, noto come il Nastro di Moebius.

In un nastro di Moebius “l’insetto che percorre la superficie… può credere in ogni momento che sia una faccia che non ha ancora esplorato, quella che è il rovescio della faccia che sta percorrendo. L’insetto può credere a questo rovescio, benché di fatto non ci sia… Senza saperlo, esso esplora l’unica faccia che c’è, eppure, in ogni momento, c’è anche un rovescio” (Jacques Lacan, Seminari 1962-63, p.148).

Come un insetto che cammina su un nastro di Moebius, la coscienza e l'esperienza poggiano anche sul rovescio. L'inconscio, sempre in attesa di essere attraversato dall'esperienza, è come un insetto che cammina all'infinito, sempre inseguendo la propria ombra.

Il nastro di Moebius è una metafora del cambiamento, dell'insolito, dell'iterazione e del rinnovamento. Ciò che è dentro è fuori, ciò che è sotto è anche sopra.